Saggi Storici
Zogno Notizie

Edizioni don Giulio Gabanelli, stampa Carminati Stampatore, Almè - Zogno

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Nuove testimonianze arricchiscono la storia di Zogno

(n. 5, ottobre 1992)


All'inizio dell'estate scorsa, durante lavori di sistemazione nelle proprie case, in modo contemporaneo, indipendente e fortuito i signori Giovanni Nosari e Mario Sonzogni hanno portato alla luce interessanti testimonianze di un passato alquanto lontano di Zogno.

Il signor Nosari ha scoperto un poderoso portale in pietra lavorata in una parete della propria cantina.
Questo portale si trova inserito perfettamente in una muraglia dello spessore di metri 0,90 che risultava nascosta da un muro di rivestimento e da un intonaco risalenti alla fine del secolo scorso. La forma assai semplice del portale e la struttura della muraglia (pietre abbastanza grandi, squadrate in modo approssimativo e legate da poche tracce di un'antichissima calce) fanno risalire questi reperti quasi con certezza al XIII o al XIV secolo (1200 - 1300).
Il portale è alto metri 2,50 e largo metri 1,40 mentre il raggio di curvatura dell'architrave, semicircolare, è lungo circa metri 0,70. Lo spessore dell'architrave e degli stipiti è di circa metri 0,30.
La caratteristica più curiosa e inspiegabile di questi manufatti è che la base del portale si trova circa tre metri più in basso del livello attuale della strada (via Vittorio Emanuele) e che esso fornisce un passaggio verso Nord, esattamente in direzione del campanile della chiesa parrocchiale. Sul lato settentrionale di casa Nosari per altro esiste da tempo immemorabile un giardino e un orto rispetto ai quali questo portale risulta ampiamente sepolto. Non si capisce dunque a prima vista dove potesse condurre questa apertura.
Un esame più attento dimostra tuttavia che l'orto-giardino è stato costruito, sia pure molto tempo fa, con materiale di riporto. Se si pensa inoltre che nel centro della cantina Nosari, disposto in modo parallelo alla strada, esiste un grandioso arco di epoca rinascimentale (1400 - 1500) simile a quelli che ancora si vedono in alcune antiche case di Stabello, Grumello de Zanchi, Grimoldo e Poscante, bisogna concludere che in tempi assai remoti il livello di via Vittorio Emanuele  era molto più basso dell'attuale e che questa grande cantina (metri 11 x 4,50) si trovava a pianterreno. Essa costituiva per così dire un grandioso portico di accesso all'abitazione, che era al piano superiore, ed era nello stesso momento un magazzino per depositare gli attrezzi del lavoro, un occasione di incontro tra i proprietari e i vicini di casa, uno spazio per i giochi dei bambini ed infine un luogo per raccogliere e tenere legati gli animali, in genere cavalli.
Non è nemmeno da escludere che questo portico servisse per esporre le bancarelle piene di merci nelle occasioni di mercato. In altre parole questo portico era forse uno dei tanti che contribuiva a formare una specie di via porticata simile a quelle che si osservano anche oggi a Camerata Cornello o ad Averara. Del resto il sottopassaggio che collega ancora oggi via Vittorio Emanuele con il piazzale della ex-stazione ferroviaria è lì a dimostrare che qualcosa del genere esisteva in tempi lontani anche a Zogno.
Sul lato opposto della strada, quasi di fronte alla casa Nosari, il signor Sonzogni ha scoperto a sua volta un grandioso portale e alcuni reperti di modesta dimensione ma di eccellente fattura. Il portale Sonzogni, ora ricostruito nel cortile della casa rivolto a Sud perchè inutilizzabile per le esigenze moderne nel luogo del ritrovamento, ha le dimensioni molto simili a quelle del portale Nosari. Gli stipiti recano però tracce di incisione a bugnato che appare fatta più per motivi estetici che per motivi tecnici o strutturali. Ciò fa risalire ragionevolmente l'epoca del manufatto al XIV o al XV secolo (1300 - 1400). Importante è pure un arco di epoca rinascimentale presente nella cantina del signor Sonzogni, molto simile e simmetrico a quello Nosari rispetto a via Vittorio Emanuele.
Il reperto più originale è tuttavia l'architrave di una porta di forma semiellittica recante al centro, scolpito, lo stemma della famiglia Sonzogni: la cagna rampante con il giglio. Lo stile barocco dell'arco semiellittico fa risalire questo stemma quasi con certezza alla metà del XVII secolo (1650 circa). Esso imita assai bene altri stemmi più antichi della famiglia Sonzogni rinvenuti in varie località di Zogno e già pubblicati su questa rivista (1).
Tra le macerie che costituivano il fondo del cortile della casa sono stati ritrovati un frammento di capitello in pietra arenaria e un capitello completo ma più piccolo (circa metri 0,20 x 0,20 x 0,15) di marmo bianco anche se non molto pregiato.
Il primo quasi certamente era abbinato ad una colonna che in epoca rinascimentale costituiva insieme ad altre un loggiato simile a quello che si vede nella vicina ed altrettanto antica casa Marconi (2). Il secondo potrebbe essere abbinato ad una colonna più piccola che contribuiva a formare una duplice finestra o bifora (3). A chi scrive tuttavia questo capitello sembra appartenere di più a una colonnetta che abbelliva un piccolo altare o un tabernacolo di una cappelletta privata, sistemata dentro il cortile o addirittura interna all'abitazione come a volte facevano le famiglie benestanti di un tempo, per devozione religiosa.
A prescindere dalla loro incerta origine tutti questi reperti dimostrano che le attuali case Nosari e Sonzogni sono tra le più antiche del centro di Zogno e che sono state abitate nel corso dei secoli da famiglie potenti e influenti nella vita del paese. Come conseguenza il nucleo più antico del centro storico, il cui ambito per tradizione si è sempre esteso non troppo lontano dalla chiesa parrocchiale - castello, dovrà essere allargato a un territorio più vasto, forse ben più vasto di quanto oggi si possa immaginare.
Prima di concludere sembra importante rimarcare che negli ultimi anni si sono avute notizie di altri ritrovamenti di reperti storici, di vario genere, anche lontani dal centro di Zogno e persino in varie contrade del territorio, per i quali sarebbe ottima cosa approntare una catalogazione ricorrendo a qualche tecnica moderna di trattamento elettronico delle informazioni. Ciò permetterebbe di porre delle basi più concrete ed oggettive per una revisione della Storia di Zogno che si rende sempre più auspicabile per gli appassionati e gli esperti.
Si ringraziano i signori Nosari e Sonzogni per la cortesia e la disponibilità dimostrate nell'annunciare la scoperta dei manufatti e nel permettere di fotografarli. 


BIBLIOGRAFIA
1) Zogno Notizie, aprile 1977 (copertina). Nel commento a questa fotografia (pag. 3) si dice che le  figure incise sul bacile rappresentano i "muli" di Zogno. In realtà secondo chi scrive esse rappresentano, sia pure con uno stile arcaico, due cagne contrapposte che afferrano con la zampa anteriore il fiore del giglio, simbolo inequivocabile della famiglia Sonzogni.
Zogno Notizie, ottobre 1980, pag. 15.
In questo affresco si vede l'immagine di sinistra di una coppia di immagini simmetriche che rappresenta lo stemma Sonzogni. Il motivo delle due figure contrapposte richiama strettamente il bacile indicato sopra. E' importante ricordare che questo stemma porta la data 1426 e che  perciò è uno dei più antichi che si conosca.
Zogno Notizie, ottobre 1986, pag. 19.
Si deve infine rimarcare  che esistono vari stemmi della famiglia Sonzogni anche in altri paesi della valle Brembana.  
2) Zogno Notizie, giugno 1984 (copertina).
3) Zogno Notizie, settembre 1981, pag. 18. Zogno Notizie, dicembre 1984, pag. 14.