PER UNA VERA STORIA DEL BANDITO PACI' PACIANA
"ol padrù dela àl Brembana"                  

Editore Museo della Valle di Zogno - Stampa Corponove BG - 2019


 

Sintesi

Questa pubblicazione sul bandito Vincenzo Pacchiana descrive in modo nuovo la vita reale, e non leggendaria, di questo personaggio che divenne famoso per aver terrorizzato la Valle Brembana a cavallo tra il 1700 e il 1800. Attraverso l’esatta individuazione della sua identità storica e di quella dei genitori, il padre era di Poscante e si chiamava Giovanni Battista, la madre era di Grumello de Zanchi e si chiamava Maria Zanchi (foto-01) ed ambedue erano di origini contadine alquanto modeste, è stato possibile ricostruire molte vicende della sua vita giovanile che si svolse in gran parte non lontano dalla sua abitazione che comprendeva un’osteria costruita da suo padre presso il ponte vecchio di Zogno ma in territorio di Poscante. (foto-02) La vita di Vincenzo fu caratterizzata e segnata da alcune esperienze assai dolorose e negative come la morte violenta e prematura del padre per interessi economici quando era ancora ragazzino, il pessimo esempio di un fratello maggiore, Angelo, che ben presto gli insegnò a rubare come è stato accertato in casa del parroco di Grumello de Zanchi (foto-03) e infine la frequentazione di personaggi assai poco raccomandabili tra cui un usuraio di Zogno, Matteo Pozzi originario di Acquate nel Lecchese ma immigrato stabile nella nostra valle, che gradualmente lo avviò sulla strada delle estorsioni.  (foto-04)

Anche Angela Sonzogni fu Francesco, nativa di Zogno e moglie del bandito, proveniva da un ambiente contadino economicamente assai disagiato per non dire povero. (foto-05) Angela si legò a Vincenzo ben presto e in modo profondo attraverso una reciproca conoscenza favorita non solo dal fatto di essere tra di loro imparentati ma rafforzata anche da condizioni umane e psicologiche affini derivanti dal fatto di essere rimasti entrambi orfani di padre in tenera età e in circostanze drammatiche e accresciuta dall’impressione di ciascuno di avere subìto delle ingiustizie sociali. Tra le altre cose la conoscenza esatta e certa della loro identità storica ha permesso di scoprire in che modo i due giovani erano imparentati, vale a dire attraverso un bisnonno comune di nome Tomaso Zanchi di Grumello, e di descrivere la controversa nonché a lungo contrastata e quasi rocambolesca ripetizione, a distanza di un anno, del loro primo matrimonio risultato nullo. (foto-06)

E’ stata accertata anche l’esistenza di un secondo fratello di Vincenzo, Pietro, di professione mediatore che dal 1805 circa, essendo residente a Venezia, in modo più o meno consapevole rappresentò un punto di appoggio per il bandito. Durante le frequenti assenze di Vincenzo per attività che non si potevano svolgere alla luce del sole la casa e l’osteria al ponte vecchio di Zogno furono gestite per lungo tempo da certo Andrea Zamboni, che dopo aver convissuto con una sorella minore di Vincenzo, Maria Caterina, ebbe da lei un figlio di nome Santo e poi la sposò suscitando scandali e diventando così cognato del bandito.

Le estorsioni sempre più gravi compiute dal Pacchiana dopo l’arrivo del governo francese contro alcuni borghesi benestanti di Zogno (foto-07) e soprattutto l’uccisione, per difesa, di due gendarmi presso la contrada Ambria di questo paese lo portarono inevitabilmente ad una morte violenta nell’agosto del 1806 per mano di un sicario o spia.  Dopo questo epilogo tragico e penoso non solo il resto della famiglia formata dal bandito ma anche quella sua originaria, cioè paterna, subirono un fenomeno di diaspora o dispersione in vari luoghi lontani dalla Valle Brembana tra cui assai probabilmente a Venezia.  

Foto-05: L'edificio d'angolo sulla sinistra, di colore rosa, a partire dal 1785 fu la casa di abitazione di Angela Sonzogni moglie del bandito Pacchiana. E' situata circa a metà della via Mazzini o contrada Foppa di Zogno. All'epoca dei fatti descritti il terzo piano non esisteva.  

Foto-06: Il grafico mostra il legame di parentela tra Vincenzo Pacchiana e Angela Sonzogni derivante dal capostipite comune Tomaso Zanchi che visse la propria maturità attorno al 1720

   

Foto-07: La casa signorile all'inizio di via Mazzini in Zogno che fu sede tra il 1755 e il 1815 dell'osteria della famiglia di Bortolo Bonetti diventata successivamente sino al 1850 circa un importante albergo.