Dominique Vivant Denon

con Piervaleriano Angelini
Edizione promossa dal Museo della Valle di Zogno - Tipografia Bergamasca s.n.c. (Ponte San Pietro)

Questo volumetto traccia la biografia, con varie osservazioni storiche, di Dominique Vivant Denon. Dominique Vivant Denon fu il fondatore del Museo del Louvre a Parigi e fu il ministro dell’Arte e della Cultura di Napoleone Bonaparte. Viaggiò moltissimo in tutta l’Europa e l’Africa alla ricerca di opere d’arte figurative quali pitture, sculture, oggetti di arredo, manufatti antichi e preistorici dell’uomo che avessero qualche attinenza con il bello e l’eleganza.Essendo molto portato al disegno, raffigurò in modo assai realistico molti grandi monumenti dell’antichità egizia, greca e romana pubblicando questi risultati su vari libri in Francia.

Egli visitò più volte le più belle città italiane quali Venezia, Napoli, Roma, Bologna e Firenze in parte per motivi artistici e in parte per motivi politici (fu ambasciatore della Francia in varie occasioni) lasciando degli scritti che indicavano le migliori opere d’arte presenti in varie collezioni private italiane, scritti ancora oggi usati per ricostruire l’origine di tali opere sia pittoriche che scultoree.

Uomo di vasta cultura si interessò anche di problemi scientifici e fu affascinato dai primi scavi di Pompei ed Ercolano e dai primi ritrovamenti di vegetali, pesci e rettili fossili nei giacimenti di Bolca presso Verona lasciando di questi ultimi una descrizione assai realistica e competente dal punto di vista scientifico. Durante un suo ritorno avventuroso da Venezia a Parigi, nel 1793, passò da Bergamo e risalì l’intera valle Brembana recandosi a Morbegno attraverso il passo di S. Marco e successivamente in Svizzera per rientrare in Francia. Di questo viaggio in valle Brembana ci ha lasciato in una lunga lettera scritta all’amante veneziana Isabella Teotochi Marin Albrizzi una bellissima e dettagliata descrizione sia del paesaggio che degli abitanti. La lettera per le sue rapide ma efficaci pennellate che rappresentano sia l’ambiente che l’umanità brembana appare un piccolo romanzo che ci mostra un quadro veramente interessante e unico della valle Brembana alla fine del XVIII secolo.


La contrada “Cà dell’Ora” presso Ventolosa, ingresso alla Valle Brembana, nei primi anni del 1800


Veduta di Lenna nei primi anni del XX secolo. In primo piano, a destra, il complesso di edifici per fondere I minerali e lavorare il ferro.