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Breve storia inedita di Grumello de' Zanchi

(n. 6, dicembre 1992)


E' abbastanza noto che in forza di un decreto governativo risalente al 1928 vari piccoli comuni, presenti nella vasta conca di Zogno, furono incorporati nel comune di Zogno in modo da formare una sola grande entità con la configurazione territoriale identica a quella odierna. Tra questi erano Poscante, Stabello, Grumello de Zanchi, Endenna, Somendenna e Spino al Brembo.
Prima del 1928 queste piccole comunità avevano conosciuto condizioni economiche, religiose, culturali e amministrative autonome all'interno di un territorio il cui assetto si è creduto stabile per molti secoli. Da documenti inediti scoperti nell'Archivio Comunale di Zogno si apprende però che i territori istituzionali di Grumello de Zanchi e di Poscante in passato hanno subito sensibili modifiche  e che essi sono stati disegnati in modo definitivo in tempi piuttosto recenti dopo decenni di controversie confinarie (1).
Le prime carte che testimoniano questo travaglio risalgono agli inizi di gennaio del 1801 ma dal contesto si intuisce che le accuse reciproche di "usurpare" vasti lembi di territorio altrui si trascinavano dalla seconda metà del XVIII secolo.
In effetti tutto cominciò attorno al 1770 quando il governo veneto fece i primi tentativi, sull'esempio dello Stato di Milano, di censire parti importanti del proprio territorio tra cui quello bergamasco. Caduto il governo veneto, senza per altro significativi risultati al riguardo, toccò a quello napoleonico riprendere il problema e introdurre nuove regole di accatastamento con l'obiettivo primario di distribuire le grandi proprietà terriere, in mano a nobili incapaci, ai borghesi dotati di spiccate iniziative imprenditoriali.
Rientra in questo contesto la relazione del 27 gennaio 1801 con cui l'ingegnere Carlo Capitanio descrive in modo dettagliato alla "Deputazione del Dipartimento del Serio (Amministrazione della Provincia di Bergamo)" una mappa del territorio della "Parentela degli Zanchi" disegnata circa due anni prima. In questa relazione il territorio di Grumello de Zanchi è concepito come l'insieme delle proprietà dell'antica famiglia Zanchi e di alcuni rami derivati. Come conseguenza di ciò devono essere considerate appartenenti a Grumello le contrade di Grimolto di Là (2), di Caorsone e di Prato Grande e addirittura un gruppo di case che costituiscono i cosidetti "Mulini di Poscante" posti sulla sinistra orografica della valle, cioè un gruppo di case assai più vicine alla chiesa parrocchiale di Poscante che al paese di Grumello. Questa contrada è ancora oggi denominata "Il mulino di Poscante" e, per la sua collocazione geografica, appare inserita in modo naturale ed evidente nel paese di Poscante, non certamente in quello di Grumello. Ciò nonostante l'ingegnere Capitanio affermava il contrario in quanto quelle case erano di proprietà, da molte generazioni, di eredi Zanchi originari di Grumello! Con atto notarile datato 8 aprile 1801 il notaio Bartolomeo Bonetti fu Giandomenico di Zogno confermava quanto scritto dal Capitanio e rincarava, per così dire, la dose sostenendo che anche il ponte sulla valle di Poscante, a quel tempo di legno, era  tutto di proprietà degli eredi Zanchi e quindi parte del territorio di Grumello.
Ovviamente il comune di Poscante contestava con fermezza le relazioni Capitanio-Bonetti asserendo che quelle contrade erano parti integranti del suo territorio e adducendo a suo favore antichi documenti di compravendita di terreni in quelle località, effettuate da certi Gavazzi residenti da tempo immemorabile a Poscante. Solo quando i ricorsi e i controricorsi di entrambe le parti formarono un ponderoso volume i tecnici del Dipartimento del Serio addetti al catasto incominciarono a prenderli in esame. Tuttavia non riuscendo essi a tracciare, sulla base delle testimonianze prodotte, una linea di confine sicura che soddisfacesse i contendenti decisero di svolgere una ricerca tra gli antichi documenti presenti negli archivi pubblici del Palazzo della Ragione in Città Alta.
Grazie a queste ricerche si scoprì che Grumello de Zanchi si era staccato da Poscante alcuni secoli prima, in un momento storico però imprecisabile, in virtù "della ricchezza degli uomini (popolazione) e dei loro beni immobili" che aveva portato due o tre famiglie Zanchi, tra loro imparentate, ad avere vasti possedimenti non solo a Grumello ma anche a Poscante, a Valtesse e dalle parti di Palazzago, esattamente a Barzana.
Come conseguenza di ciò gli esperti del catasto napoleonico classificarono la comunità di Grumello "un comune personale ma non territoriale". L'espressione usata è un pò oscura però dal contesto si intuisce che il territorio della "Parentela degli Zanchi" era giudicato un vasto latifondo privato sul quale da secoli erano in vigore leggi stabilite da una comunità dalle caratteristiche senza dubbio speciali, non più accettabili in quell'epoca. Infatti essa era costituita soltanto da parenti, in pratica era una sola grande famiglia; non era però una comunità di cittadini liberi e diversi che avevano deciso liberamente di vivere in modo associato. Pertanto secondo il giudizio di tali esperti la "Parentela degli Zanchi" non aveva le caratteristiche di una comunità istituzionalmente pubblica e non poteva costituire un comune a sé stante. L'autonomia di questa comunità, non ben definita del resto, aveva potuto esistere in passato solo grazie alla inadeguatezza della legislazione veneta che in materia di amministrazione locale si basava molto  sull'atteggiamento  paternalistico  del "lasciar fare". 
Alla fine del 1805 i tecnici napoleonici proposero dunque di cancellare dagli elenchi ufficiali della provincia il presunto comune della "Parentela degli Zanchi" e di inglobarlo nel comune di Poscante. E così avvenne infatti poco più tardi con un decreto governativo del primo gennaio 1810, nonostante le forti proteste degli Zanchi di Grumello!
Queste proteste furono accolte con maggiore disponibilità dal governo austriaco che, con lo scopo di allargare il proprio consenso tra la popolazione, diede disposizioni affinchè ogni controversia fosse appianata in modo che le due comunità ritornassero a vivere in pace. Negli anni seguenti si succedettero numerose misure dei terreni contestati, stime dei fabbricati coinvolti, analisi dell'entità delle tasse che ciascun comune poteva perdere o guadagnare ed estenuanti trattative svolte durante ripetute assemblee degli anziani dei due paesi.
Finalmente con un decreto del Regio Governo, approvato il 15 maggio 1824 dalle riunioni straordinarie degli anziani di Grumello e di Poscante, si stabilì che Grumello de Zanchi aveva il diritto di esistere come comune autonomo e che il suo territorio doveva comprendere le contrade di Grimolto di Là, di Caorsone e la parte della contrada di Prato Grande posta a monte della mulattiera che divide ancora oggi a metà quel gruppo di case. Inoltre si riconosceva che dal fiume Brembo fino al ponte presso i "Mulini di Poscante" il punto di mezzo della valle di Poscante era la giusta linea di confine tra i due comuni. Lo stesso ponte presso i mulini doveva essere diviso a metà sia come proprietà che come oneri per la manutenzione ordinaria e straordinaria. La contrada "Mulini di Poscante" era assegnata definitivamente a questo paese. Le porzioni di territorio assegnate a Grumello occupavano la ragguardevole superficie di circa 2000 pertiche bergamasche (3). La denominazione ufficiale del nuovo comune, che si affermò a partire da questo momento, fu "Grumello de Zanchi" mentre prima in tutti i documenti amministrativi appariva la forma "Parentela de Zanchi". Per maggiore chiarezza dei contendenti tutto ciò fu descritto in una mappa molto bella disegnata il 13 giugno 1825.
Questo assetto del territorio comunale di Grumello, e di conseguenza quello di Poscante, non era destinato però ad essere definitivo. Una delle innumerevoli proprietà degli eredi Zanchi era costituita da un vastissimo fondo boschivo posto quasi in cima alla cosidetta valle Arsa, non lontano dagli strapiombi sopra i quali si trova la chiesa parrocchiale di Miragolo S. Marco. Su di esso non vi erano mai state contestazioni.
Dopo il riconoscimento ufficiale dei confini avvenuto con gli accordi del 1824 quel fondo, dichiarato parte integrante del comune di Grumello, era rimasto del tutto isolato e lontano da Grumello, incuneato tra i territori dei comuni di Poscante e Somendenna. Gli eredi Zanchi per recarsi in questa loro proprietà dovevano attraversare per lunghissimo tratto il territorio di Poscante. Dopo estenuanti trattative nel 1843 Poscante e Grumello decisero di fare una permuta di fondi "per commodità dei comuni".
Il bosco degli Zanchi in cima alla valle Arsa fu ceduto a Poscante, in compenso Grumello ottenne un altro bosco di pari superficie posto a Nord del contrafforte di monte su cui giace Grimolto e adiacente a questa contrada. Anche questo scambio di terreni di notevole estensione (circa 1000 pertiche bergamasche) fu descritto in una mappa di tipo catastale il 12 maggio 1843. Da questo momento i territori comunali di Grumello e di Poscante non mutarono più e in queste condizioni giunsero fino al 1928 allorchè furono incorporati nel comune di Zogno.
Prima di concludere vale la pena di fare alcune osservazioni su due delle mappe citate per la ricchezza delle informazioni storiche che esse contengono.
La prima, risalente come detto agli ultimi anni del 1700, per la bellezza dei colori è assimilabile a un dipinto. Presenta in modo dettagliato tutte le mulattiere che collegavano tra di loro in circolo, con luogo di partenza e di arrivo il ponte vecchio di Zogno, le seguenti contrade: Bonorè, Romacolo, Grumello, Grimolto, Caorsone, Pratogrande, Lallio, Poscante, Ripa di Poscante e Piazza Martina. Sono indicati assai bene sul Brembo il ponte vecchio di Zogno in pietra, il ponticello pure in pietra sulla vall'Arsa nella contrada di Romacolo e il ponte presso il mulino di Poscante che risulta invece di legno.
Molto belli a vedersi sono anche i terreni con colori e con forme diverse in base alla coltivazione che li contraddistingue.  Molto caratteristico e tipico dell'epoca è il modo di disegnare le casette che formano le contrade: sono rappresentate distese per terra ai lati della mulattiera e sono quasi tutte dipinte di rosso per indicare le numerose proprietà degli Zanchi. Chi scrive ritiene che questa mappa è una delle più antiche, se non la più antica, che descrive in modo così dettagliato e con tanta precisione una parte limitata, ma abbastanza vasta, del territorio di Zogno. Essa pertanto meriterebbe più attenzione da parte delle autorità competenti del nostro paese.
La seconda mappa, datata 13 giugno 1825, è di tipo catastale e quindi per sua natura contiene meno dettagli descrittivi. Tuttavia essa mostra tre elementi molto interessanti.
Il primo è una roggia lunga circa 400 metri che si distacca dalla valle di Poscante ed alimenta un mulino ed un follo a Bonorè. Questa roggia corrisponde all'antichissima "Seriola degli Zanchi" (intesi come semplici cittadini privati) già citata in un documento del 1304 in cui si dice che essa fa da confine tra Zogno, Endenna e Poscante senza citare Grumello che in quell'epoca non era ancora riconosciuto non solo come comune ma forse nemmeno come contrada autonoma (4).
Il secondo è il ponte in pietra assai largo presso la contrada "I mulini di Poscante". Esso testimonia che era stata avviata da poco la costruzione della nuova carreggiabile che collegava il ponte vecchio di Zogno con Poscante.
Il terzo è una visione molto realistica, di tipo paesaggistico, del ponte vecchio di Zogno il quale è l'unico elemento ad essere disegnato stranamente di profilo mentre il resto della mappa è tutto disegnato in pianta. E' un ponte in pietra del tipo "a schiena di mulo" con due archi e un pilastro dotato dei profili taglia acque. Esso si accorda molto bene con il disegno fatto nel 1834 per illustrare come era il ponte prima della forte piena del Brembo di quell'anno che distrusse quasi per intero questo manufatto (5). Anche qui è il caso di sottolineare che questa rappresentazione del ponte vecchio di Zogno è la più antica e rigorosa che si conosca sino ad oggi e che meriterebbe pertanto una più adeguata considerazione da parte degli enti pubblici culturali del paese.


BIBLIOGRAFIA
1) Archivio Storico Comunale di Zogno. Fondo: Documenti del soppresso comune di Poscante, Amministrazione, cartella 1.
2) Anche se questa espressione non si usa più, ancora oggi tuttavia la contrada di Grimolto è costituita da due gruppi di case divisi in modo netto da un corridoio di prati. Anticamente dunque era corretto distinguere, rispetto a Grumello che era il punto di riferimento, un Grimolto di Qua (vicino) da un Grimolto di Là (lontano).
3) E' utile ricordare che una pertica bergamasca corrisponde a circa 650 metri quadrati.
4) Bortolo Belotti: Controversie sui Confini di Zogno; Bollettino della Biblioteca Civica di Bergamo, volume XIV, anno 1925. N.B.: al Belotti era sfuggita l'esistenza di questa antichissima roggia. Essa oggi alimenta le vasche per la pescicoltura di proprietà del sig. Bettoni Luigi, nella medesima contrada di Bonorè.
5) Zogno Notizie, ottobre 1977, pag. 17 e ss. Chi volesse approfondire la storia dell'attuale ponte vecchio di Zogno e degli altri ponti del territorio può consultare gli scritti dello stesso autore pubblicati in modo consecutivo su Zogno Notizie tra l'aprile 1981 e l'ottobre 1982.
In Zogno Notizie del marzo 1985 vi sono altre informazioni  su alcuni ponti di Zogno derivanti dalle ricerche del prof.  don Mario Tagliabue.