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Zogno Notizie

Edizioni don Giulio Gabanelli, stampa Carminati Stampatore, Almè - Zogno).

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Viabilità ieri e oggi a Zogno

(n.3, giugno 1982)
8/10

Si è visto che la storia dell'antico ponte di Zogno può essere definita, a ragione, illustre. Più modesta invece, ma non meno interessante, è la storia dell'attuale ponte vecchio di Zogno che collega le località Rasga e Corna, sulle rive opposte del Brembo. Come già detto nella seconda di queste puntate, il suo aspetto odierno risale a una profonda ristrutturazione austriaca che rese il nostro ponte per la prima volta transitabile ai "birocci" e ai carri a 4 ruote.
Il nostro parroco Don Giulio Gabanelli ha mostrato in modo dettagliato con un progetto del 1800 (8.1) quale era l'aspetto di questo ponte poco prima dell'intervento austriaco. Ciò che è caratteristico e importante in quel disegno è la presenza degli archi a sesto acuto, cioè di stile gotico, che fanno risalire l'origine del ponte in esame a qualche secolo prima, ragionevolmente al 1500 o al 1400.
In pratica questo è il solo documento che testimonia in modo indiretto la discreta antichità di questo ponte poichè le altre notizie che si hanno sono dettagliate solo fino agli inizi del 1700 mentre si fanno scarse e imprecise prima di questo secolo.
Il primo documento in cui questo ponte  è  raffigurato  nella stessa posizione in cui si trova anche oggi è una mappa databile con molta sicurezza tra il 1710 e il 1720, conservata nell'archivio della Cartiera Lucca (foto 1).
Questa mappa è assai interessante sotto diversi aspetti: innanzitutto perchè prima del 1700 gli scritti o fanno riferimento a un ponte che collega Zogno con i territori di Endenna, Grumello de Zanchi e Poscante in modo da non poter capire dove esso si trovasse esattamente, oppure parlano di un ponte di fronte al convento di Romacolo, cioè abbastanza lontano sia dall'attuale ponte vecchio che dal ponte disegnato nella mappa del sig. Lucca.
Come seconda cosa questo ponte non appare ancora indicato come "Ponte di Zogno" e ciò combacia perfettamente con quanto risulta da altri documenti della fine del 1700 e degli inizi del 1800 con i quali soltanto (8.2) si comincia ad attribuire ad esso l'appellativo di "Ponte di Zogno", cioè in un periodo in cui era ormai andato perduto il ricordo che il ponte di Zogno nell'antichità era uno dei due ponti di Sedrina: quello sopra il Brembo.
Una terza caratteristica che emerge dalla mappa, e che meglio si nota nell'originale a colori, è il fatto che il ponte in questione ha solo il pilastro centrale e i profili taglia-acque in pietra mentre il piano pedonale è formato da una passerella in legno. Ciò contrasta con l'immagine di stile gotico di poco precedente la ristrutturazione austriaca in cui tutto il corpo del ponte è in pietra, gettando così qualche ombra sulla sua presunta origine.
Purtroppo lo stato delle conoscenze al riguardo è ancora lacunoso e non permette di trarre delle conclusioni soddisfacenti. Tuttavia questa ricerca ha permesso ugualmente di raggiungere qualche grado di certezza nella storia di questo ponte e quindi di suggerire qualche idea sulla sua nascita.
Chi scrive ritiene che la storia, e forse l'origine, dell'attuale ponte vecchio di Zogno sia collegata da un lato al crollo e all'abbandono del cosidetto "ponte del Ragno", dall'altro alla fragilità, e quindi alla frequente inagibilità, del Ponte dei Frati che collegava nel 1600 il Convento di Romacolo con la strada Priula.
Per ciò che riguarda il primo aspetto bisogna dire che sulla sponda sinistra del Brembo, su uno sperone roccioso strapiombante nel fiume, di fronte alla contrada Angelini, si possono osservare ancora oggi vistosi ruderi di un muro a secco che gli abitanti anziani di Tre Fontane, della contrada Angelini e di Tiolo, per tradizione orale, hanno sempre definito come i resti del "Ponte del Ragno" (foto 3).
Purtroppo negli scritti del passato non è stato possibile trovare sino ad oggi alcun accenno a questo ponte per cui è difficile dire quando esso esisteva. Tuttavia oltre ai ruderi vi è un documento grafico, unico e importantissimo, che testimonia indirettamente l'esistenza di questo ponte: è una mappa del territorio di Zogno del 1812 in cui si legge chiaramente che la contrada Angelini è chiamata "Ponte del Ragno" (8.3).
Benchè nella mappa non si noti alcun ponte sul Brembo, bisogna comunque concludere che se questa contrada e tutta la località in generale nel 1812 aveva quel particolare  nome,  ciò  succedeva perchè in tempi precedenti era esistito sopra il Brembo un ponte di una certa importanza. Un'altra conferma di ciò, se mai ce ne fosse bisogno, è che nell'originale a colori di questa mappa si nota assai bene una mulattiera che dal centro della contrada Angelini punta diritta al Brembo proprio all'altezza dei ruderi di cui si è detto sopra.
Cosa ancora più sorprendente è che all'inizio del 1900, quando fu allargata la strada della valle e fu costruita la ferrovia davanti alla contrada Angelini, questa mulattiera non fu distrutta ma conservata, costruendo due gallerie di soprapasso, per cui ancora oggi il lettore può vedere, sotto la statale e la ferrovia, il selciato e i cordoli di questa mulattiera.
Il rispetto di questa via si può spiegare solo pensando che essa non fosse un semplice sentiero o  una  strada  consorziale, perchè sarebbe stata facilmente espropriata e cancellata, ma una strada su cui esistevano antichissimi diritti di passaggio comunale; e quale passaggio se non quello di superare il Brembo con il Ponte del Ragno e immettersi nella mulattiera che scorrendo ai bordi inferiori delle piane di Camanghè conduceva a Malpasso, Romacolo (foto 2), Grumello de Zanchi, Poscante e infine al passo del Monte di Nese?
Quando dunque svolgeva tale funzione il Ponte del Ragno?
Non è facile rispondere a questa domanda; forse è più facile dire quando esso crollò e fu abbandonato definitivamente. A tal proposito qui si vuole avanzare l'ipotesi che il Ponte del Ragno crollò durante l'eccezionale piena del Brembo del 31 agosto 1493 che, secondo Belfanto de Zanchi, distrusse 24 ponti in tutta la valle Brembana. Come già detto (8.4) il racconto di questo signore, da solo, non costituisce una prova inconfutabile, però può fornire delle indicazioni. Ad esempio, partendo dallo sbocco del Brembo nell'Adda e risalendo fino alle sue sorgenti, è difficile contare nel 1493 ben 27 ponti di cui 24 crollati. In quel periodo infatti i ponti accertati sul nostro fiume erano: quello di S. Vittore a Brembate, forse un altro a Marne di Filago, quello di Ponte S. Pietro, di Briolo, di Almenno, uno dei Ponti di Sedrina, a Zogno non si sa nulla di certo, di S. Nicola a S. Pellegrino, il ponte dei Mulini a S. Giovanni Bianco (quello dei Frati risale al 1600), forse il ponte delle Capre poco prima di Lenna, il ponte di Lenna all'imbocco del paese, il ponte dei Fondi di fronte a Piazza Brembana, il ponte di Cugno e quello di Olmo. Non si sa nulla dei ponti di Piazzatorre e Averara così come, sul ramo orientale del fiume Brembo, non si hanno notizie se in quegli anni esistessero i ponti di Bordogna e di Fondra e quel ponticello semidistrutto, assai antico, che si può scorgere poco prima di giungere nel centro del paese di Branzi.
Belfanto Zanchi afferma che la catastrofe coinvolse anche la valle Serina, ma onestamente, considerando quale era la via che univa Zogno a questa valle nel 1493, si può inserire nell'elenco il solo ponte di Rosolo che collegava Frerola, sulla sponda destra del fiume Serina, con Serina sulla sponda  sinistra.
Tuttavia poichè in quella località il fiume Serina è poco più di un torrentello, appare dubbio che qui vi fosse un ponte in pietra o in legno di una certa rilevanza. Più probabilmente invece doveva esserci un ponte di legno sul Brembo ad Ambria, ma ciò non risulta da alcun documento.
Ora considerando che, per ammissione dello stesso Belfanto, tre dei ponti sopra indicati non crollarono, mancherebbero 7 ponti per fare il totale di 24 crolli. Se si attribuisce alla descrizione di Belfanto un certo grado di fondatezza, bisogna concludere che dovevano esserci sul Brembo e le sue convalli altri ponti, forse in legno, di una certa importanza. Tra questi si è quasi obbligati a inserire un ponte a S. Giovanni Bianco sopra la valle Taleggio poco prima che essa sbocchi nel Brembo, anche se di ciò non vi sono notizie nel 1400.
In particolare nel territorio di Zogno, considerando quanto detto sopra, non dovrebbe essere difficile a questo punto inserire nell'elenco il Ponte del Ragno. Se poi si pensa che la costruzione della chiesa e del Convento di Romacolo iniziò nel 1488 e terminò nel 1511 (8.5), si può ammettere che sia stato distrutto dalla piena del 1493 anche un ponte in pietra e legno costruito in quella località per collegare il Convento con l'attuale via Mazzini.
Non solo, si potrebbe ammettere che questa piena abbia travolto anche un ponte nella posizione dell'attuale ponte vecchio di Zogno che doveva servire a collegare Zogno con Piazza Martina e Poscante. Di ciò tuttavia non c'e' la conferma.
L'argomento più convincente però per credere che il Ponte del Ragno sia crollato nel 1493 è il fatto che nel 1505, cioè pochi anni dopo la famosa piena, fu costruito ad Ambria un ponte in pietra, come risulta da un fascicolo di 30 pagine presente nell'Archivio di Stato di Venezia (8.6). Questo avvenimento può essere interpretato infatti sia come la volontà dei comuni di Spino e Bracca di ricostruire per i propri interessi in forma più solida il precedente ponte di legno, sia come il bisogno di ristabilire vicino ad Ambria un valido collegamento tra le due rive del Brembo che prima del 1493 era svolto in gran parte dal Ponte del Ragno.
Perchè questo ponte fu completamente abbandonato dopo il suo crollo? I motivi certi sono almeno due: il primo, come appena detto, sta nel nuovo ponte costruito ad Ambria nel 1505; il secondo sta nel fatto che il primo ponte dei Frati a Zogno, se fu travolto dalla piena del 1493, fu quasi subito ricostruito. Pertanto la funzione del Ponte del Ragno di unire le mulattiere sulle sponde opposte del Brembo venne sostituita da questi nuovi ponti situati più vicini ai centri abitati e più facilmente controllabili. Se si ammette che le cose si siano svolte così, si può giustificare abbastanza bene perchè non compare mai alcun cenno al Ponte del Ragno negli scritti antichi: esso scomparve definitivamente in tempi troppo lontani dai nostri, quasi 500 anni fa!
Naturalmente la mancanza del Ponte del Ragno rese ancor più necessario e importante di prima un collegamento tra Zogno e Poscante, Grumello de Zanchi e Endenna. E' a questo punto che si inserisce la nascita e l'influenza del ponte dei Frati nella storia e nello sviluppo dell'attuale ponte vecchio di Zogno.
Bisogna innanzitutto correggere un'affermazione errata del Belotti (8.7), riportata integralmente dal nostro Parroco (8.1) e riguardante l'origine del ponte dei Frati. Lo storico zognese afferma che questo ponte fu costruito per la prima volta nei primissimi anni del 1600. Dicendo così però egli dimentica un documento che aveva scoperto nell'archivio comunale di Zogno in una sua precedente ricerca riguardante una controversia sui confini del nostro comune (8.8).
In questo documento, datato 1547, viene elencata la rendita o estimo che proviene dall'affitto delle terre che noi oggi chiameremmo demaniali. Ad un certo punto si legge: "De le Giere comenzando al ponte de Romaquel fina al Corno del Rizzolo  (presso le Grotte delle Meraviglie), le quale sono affitade l'anno presente lire quatordece e meza al anno per anni nove, zoè L. 24.20".
Inoltre nella Biblioteca Civica di Bergamo vi sono le copie di 3 ducali (8.9) presenti nell'Archivio di Stato di Venezia con data compresa tra il 1556 e il 1571 con le quali il Doge, per l'interposta persona del Capitano di Bergamo, ordina ai comuni di Zogno, Poscante, Grumello e Endenna di "... reffare il Ponte di pietra sopra il Brembo nel luogo del Romacolo fra la terra di Zogno e il Convento dei Riformati".
Dunque il ponte di Romacolo ovvero dei Frati (perchè di questo si tratta e non dell'attuale ponte vecchio di Zogno) esisteva ben prima del 1600! Questi documenti inoltre sostengono l'ipotesi fatta sopra che il ponte dei Frati sia stato costruito per la prima volta quasi contemporaneamente alla chiesa e al convento di Romacolo e quindi, forse, anche prima della piena del 1493.
Non è dato sapere se il volere di queste ducali sia stato rispettato; probabilmente no. Infatti ancora nella Biblioteca Civica di Bergamo si trova un fascicolo, purtroppo vuoto, firmato dal no­taio Baptista de Cattaneis, datato 10 luglio 1593 e recante il titolo "Originalia Pontis Romaculi" cioè cose (atti) originali riguardanti il ponte di Romacolo (8.10). Assai probabilmente questo plico doveva contenere tutte le controversie circa l'agognata ricostruzione del ponte dei Frati e forse, chi sa?, qualche riferimento al ponte vecchio di Zogno.
Benchè vuoto, non si può non notare comunque la data in cui questo fascicolo fu compilato: 10 luglio 1593 che è proprio il periodo in cui fervevano i lavori intorno alla strada Priula. Se ne conclude che le comunità di Poscante, Grumello e Endenna si siano date da fare, sfruttando l'occasione della Priula, per fare ricostruire in modo duraturo questo ponte. Ma i loro sforzi devono essere stati vani. Diversamente non si capirebbe l'affermazione fatta dal Da Lezze nella sua relazione del 1596 quando parla di Zogno: "...In questo comun al fiume Brembo vi è un ponte principiato anticamente ma desolato, il quale ha avuto principio con molta spesa essendo stato doi o tre volte dal fiume predetto rapido menato via. Quel passo è necessario alli convicini, perchè o bisogna di molto allungar la strada, ovvero passarlo con barchette con spesa, onde è necessario finirlo oltra che per l'escrescenza del fiume non si può passare per sei mesi dell'anno in circa.".
L'affermazione del Da Lezze è generica però ricordando quanto detto sopra è innegabile che "il ponte principiato anticamente" e distrutto "doi o tre volte" è proprio quello dei Frati, mentre il ponte per il quale "bisogna di molto allungar la strada" dovrebbe essere quasi sicuramente l'attuale ponte vecchio: infatti venire a Zogno da questo ultimo ponte significava allungare la strada per tutti i comuni interessati alla questione tranne che per il comune di Poscante che aveva la possibilità di giungere in questo luogo tramite una breve mulattiera passante per Piazza Martina.
Questo è il nodo di fondo che ritardò per molti anni sia la ricostruzione del ponte dei Frati che dell'attuale ponte vecchio e che si può ritrovare chiaramente nell'unico documento, del 1601, citato dal Belotti a proposito di questo problema (8.7).
Solo pensando a queste annose controversie trova la sua collocazione più giusta anche un altro documento datato 1601 e citato dal nostro Parroco (8.1). Esso tratta della "Terminazione" (oggi si direbbe accordo conclusivo) con cui si stabilì di costruire un "Brevi", cioè un ponte con i pilastri in pietra ma con il piano pedonale in legno, "dananti il monasterio delli Padri Zoccolanti". E' proprio questo il ponte dei Frati cui si riferiva il Belotti e che però non veniva costruito per la prima volta.  L'aspetto più interessante di questo documento è tuttavia la clausola che dice che nel caso questo Brevi fosse crollato, tutti i comuni firmatari dell'atto avrebbero concordemente costruito un altro Brevi nel luogo della terra di Zogno detto "la mogia" con l'impegno di costruire anche un ponticello "sopra l'acqua chiamata la val Bonarè".
Non si sa con certezza dove si trovasse la "mogia" anche se l'intuizione suggerisce la zona vicina alla chiesetta della Rasga. Al di là di questo dubbio è però la richiesta del ponticello sulla val Bonarè, che è la parte finale della valle di Poscante, a garantirci che il secondo "Brevi" coincide con l'attuale ponte vecchio di Zogno.
Il crollo previsto nella "Terminazione" del 1601 si verificò realmente nel 1646, come risulta da diversi documenti (8.11); da questo momento il ponte dei Frati fu completamente abbandonato e sostituito qualche anno dopo dall'attuale ponte vecchio (8.12). Una conferma di ciò sta nel fatto che non solo fu costruito il ponticello sulla val Bonarè ma anche un ponte di rispettabili dimensioni vicino al convento di Romacolo sulla valle di Grumello. Questo ponte (foto 4) nel suo aspetto odierno risulta uno dei più antichi del nostro territorio, coetaneo forse al ponticello a schiena di mulo sopra la Brembilla all'altezza della cava Ghisalberti, poichè nella pietra centrale del suo arco rivolto verso Est è incisa la data 1689.
Benchè i documenti siano avari di notizie, la storia di questo ponte è probabilmente lunga quanto quella dell'antico ponte di Zogno, vicino a Sedrina. Non bisogna dimenticare infatti che il ponte in esame, nella sua versione in legno, si trovava sull'importante via che dal Monte di Nese scendeva a Poscante, a Grumello e a Malpasso per attraversare poi il Brembo sul Ponte del Ragno. A conferma di ciò basti dire che nel 968 dopo Cristo l'Imperatore tedesco Ottone il Grande concesse al vescovo di Bergamo di costruire un porto a Monasterolo sull'Oglio per accogliere le barche che risalivano il Po e l'Oglio (8.13).
Da Monasterolo partivano poi due correnti commerciali: l'una, più importante, risaliva la val Camonica, l'altra venendo verso Seriate e Bergamo risaliva la valle Seriana. Da questa nei pressi di Alzano si staccava senza dubbio una corrente di traffici minori che attraverso il Monte di Nese, Poscante, Grumello de Zanchi, Malpasso (questo nome è carico di significati!) e il Ponte del Ragno risaliva la valle Brembana (foto 2).
E' bene ritornare ora al ponte vecchio di Zogno. Ciò che sorprende di più nella mappa del sig. Lucca è che il ponte in questione ha tutte le caratteristiche di un "Brevi". Sembrerebbe per­ciò che la "Terminazione" del 1601 sia stata applicata alla lettera contrastando così l'immagine di stile gotico di cui si è detto all'inizio. Il contrasto si potrebbe superare pensando che dopo la sistemazione della metà del 1600, in qualche momento del 1700, questo ponte sia stato rifinito tutto quanto in pietra sfruttando la preesistente impostazione gotica. Ma ciò, anche se non può essere escluso a priori, non risulta da alcun documento.
La conclusione più corretta che si può dare oggi, benchè prima del 1600 non ci sia alcun riferimento certo al nostro ponte vecchio, è che esso esistesse nel 1500 e forse anche nel 1400. Tuttavia per tutto il 1500 e fino alla metà del 1600, cioè per 150 anni, esso si trovò in condizioni di estremo abbandono, quasi impraticabile, perchè diversamente non si spiegherebbe l'insistenza dei comuni di Poscante, Endenna e Grumello nell'avere un ponte transitabile ai pedoni, e soprattutto alle bestie e agli uomini a cavallo, nei periodi in cui risultava crollato il ponte dei Frati.
Perciò la sistemazione che il nostro ponte vecchio ha subito poco dopo la metà del 1600 deve essere considerata a tutti gli effetti una sorta di rinascita. A questa seguì la ristrutturazione austriaca di cui si e' già detto e i cui effetti si possono osservare anche oggi.                              


BIBLIOGRAFIA
8.1) Zogno Notizie, ottobre 1977, pag. 17 e ss.
8.2) Vedi in particolare la già citata mappa censuaria di Zogno del 1812.
8.3) Zogno Notizie, aprile 1981, pag. 15, foto 5 al rovescio.
8.4) Zogno Notizie, gennaio 1982, pag. 20 e ss.
8.5) Donato Calvi: Effemeride, volume terzo, pag. 273-274. 
8.6) Archivio di Stato di Venezia. Fondo: " 5 Savi alla Mercanzia", serie Diversorum, busta 391.
8.7) Bortolo Belotti: Storia di Zogno e di alcune terre vicine, pag. 111-112.
8.8) Bortolo Belotti: Fra carte e documenti, Bollettino della Biblioteca Civica di Bergamo, anno 1925.
8.9) Biblioteca Civica Bergamasca Angelo Maj. Fondo: Manoscritti; Documenti Veneti spettanti a Bergamo estratti dall'Archivio dei Frari; Senato Terra, 1552 - 1600, volume II. Senato Terra, 1427 - 1789, volume III.
8.10) Biblioteca Civica Bergamasca Angelo Maj. Fondo: Manoscritti; Mozzo Giuseppe Gerolamo Ercole,  Antichità Bergamasche, volume V.
8.11) Di questa piena particolarmente forte fanno menzione diversi documenti nell'archivio di Stato di Venezia (Fondo: "5 Savi alla Mercanzia", serie Diversorum, busta 361). Tuttavia la notizia più dettagliata è presente in un antico registro di spese varie della Parrocchia di Zogno. In esso si dice che la piena del Brembo si verificò il giorno di S. Marco e Marcelliano, cioè il  18 giugno del 1646. Nell'alluvione perirono alcune persone, molte si salvarono miracolosamente. Come ringraziamento dello scampato pericolo venne dipinto un quadro in cui S. Marco e Marcelliano compaiono come compatroni di Zogno insieme a S. Lorenzo Martire. Ancora oggi questo quadro si può ammirare vicino all'altare della nostra chiesa parrocchiale.
8.12) Proprio nell'estate di questo anno l'amico e studioso di Zogno, Massimo Bettinelli, ha ritrovato nell'archivio del nostro comune un disegno (mappa), un pò generico, datato 1825, in cui è rappresentato il ponte vecchio di Zogno  dopo la ricostruzione di poco oltre la metà del 1600. Il manufatto appare tutto di pietra ma non di stile gotico. Ciò getta altre ombre sulla sua presunta origine gotica.
8.13) Jorg Jarnut: Bergamo 568 - 1098, pag. 250.          


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