Saggi Storici
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Edizioni don Giulio Gabanelli, stampa Carminati Stampatore, Almè - Zogno

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Immagini inedite della roggia Traini

(n.3, giugno 1993)

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Un altro documento molto importante che si è potuto scoprire in questa ricerca è un disegno riguardante la cartiera ancora oggi presente nella memoria di tutti gli zognesi col nome della famiglia Lucca. Per la verità più che di disegno bisognerebbe parlare di mappa poichè accanto all'edificio è rappresentata un'ampia porzione del territorio circostante. Questa mappa a colori fu disegnata il 18 ottobre 1843 da un certo Giovan Pietro Gavazzi fu Martino di Poscante "publico agrimensore (geometra) di Zogno" (1).
Essendo contenuta in una cartella che ha subito l'azione devastante della pioggia per lungo tempo, essa presenta purtroppo qua e là alcune macchie oscure che la deturpano. Gli stessi scritti in cui il disegno era inserito sono stati consumati dall'acqua a tal punto da risultare illeggibili. Pertanto non è stato possibile ricostruire i motivi e gli scopi per i quali questa mappa fu disegnata. Ciò che si riesce ancora a vedere in essa però è abbastanza importante da meritare l'attenzione degli esperti e degli appassionati di storia locale.
L'elemento più vistoso del disegno è senza dubbio l'edificio della cartiera che è rappresentato in prospettiva e con dimensioni grandiose. L'immobile è composto infatti da tre piani sovrastanti un piano seminterrato di lavoro, o officina, in cui si trovavano le macine e i frantoi per maciullare stracci, vecchi cartoni e cortecce d'albero. Per ogni piano vi è una serie di quattro finestre sul lato parallelo all'attuale strada statale e una serie di tre finestre sul lato perpendicolare ad esso, cioè nel senso della profondità. All'ultimo piano si stendevano ad asciugare i fogli di carta appena prodotti. Le ruote mosse dall'acqua sono quattro e sono collegate ad altrettante macine.
Notevoli dunque appaiono le differenze tra questo edificio e quello (il medesimo N.B.!) raffigurato in un disegno di 150 anni più antico presente nell'archivio privato della famiglia Lucca e già pubblicato dagli stessi autori (2). Come esempio di queste differenze basterà dire che nel disegno di proprietà Lucca le ruote idrauliche sono soltanto tre e non quattro.
Le cospicue dimensioni della cartiera nella prima metà del secolo scorso testimoniano il periodo particolarmente felice di questa azienda, forse il più fortunato di tutta la sua lunga storia risultando occupare circa 20 dipendenti. Nel 1843 la cartiera apparteneva ad Antonio Traini fu Bernardo, uno dei rappresentanti più significativi della famiglia Traini la quale gestì questa attività per oltre novanta anni e per tale motivo finì per legare il proprio nome all'intera roggia.
Un'altra caratteristica da rilevare è il fatto che l'orto annesso alla cartiera, verso ovest, è indicato come "orto Molena". Ciò sta a ricordare che, benchè di proprietà Traini già da parecchio tempo, esso conservava ancora il soprannome del vecchio proprietario: un facoltoso impresario di Zogno di nome Giovanni Pesenti fu Giovan Maria conosciuto universalmente a Zogno e in tutta la valle Brembana come "il Molena".
Il significato di questo curioso soprannome non è di comprensione immediata. Probabilmente è legato al modo di fare di questo imprenditore che operava senza clamore, quasi inosservato, ma con tenacia ed efficacia così come la macina di un mulino lavora lenta, senza fare troppo rumore ma in modo regolare e incessante dando sempre alla fine il macinato.
In effetti con sorpresa di molti zognesi il 7 maggio 1693 Giovanni Pesenti acquistò la cartiera, il diritto di sostituire sulla carta prodotta il marchio Brembati con il nuovo marchio Pesenti e una vecchia casa di modesto valore nel centro di Zogno direttamente dai conti Brembati al ragguardevole prezzo di 5050 scudi del valore di 7 lire veneziane ciascuno (3).
Il Pesenti potenziò in seguito, nel corso del XVIII secolo, questa attività e grazie ai discendenti la sua famiglia gestì la cartiera per oltre settanta anni prima di cederla, attraverso due rapidi passaggi intermedi, ai Traini. La famiglia Pesenti nella produzione della carta a Zogno fu dunque per importanza seconda solo alla famiglia Traini se escludiamo i pionieri, i conti Brembati, che svolsero l'attività per poco più di sessanta anni senza ottenere nel complesso un successo lusinghiero in questa lavorazione. Il "Molena" lasciò a Zogno un buonissimo ricordo di sé anche per aver promosso attività diversificate sempre legate allo sfruttamento dell'acqua della roggia come ad esempio il potenziamento della segheria presso il ponte vecchio di Zogno alla località "la Rasga".
L'ultima caratteristica presente nel disegno in esame, meritevole di essere sottolineata e per certi aspetti sensazionale, consiste nel fatto che accanto alla roggia a tutti nota, che passa a sud della cartiera, si vede un altro ramo, lungo circa 400 metri, che scorre a nord dell'edificio tenendosi lontano dal precedente di 40-50 metri e passando pertanto nel bel mezzo, per non dire nella parte in salita, degli attuali giardini del parco Belotti.
Sopra questo ramo, sino ad oggi sconosciuto, è scritto a chiare lettere "Sito della Seriola Vecchia" mentre sopra la roggia nota, che attualmente è ricoperta dal manto stradale e dal marciapiede annesso, è scritto altrettanto chiaramente "Seriola Nuova". Ciò sta a dimostrare che in qualche momento a cavallo dei secoli XVIII e XIX o la gestione Pesenti (Molena) o più probabilmente quella Traini apportò un'importante modifica al tracciato della roggia.
Benchè il ramo sconosciuto non presenti alcuno sbocco, indizio quasi certo che nel periodo in cui fu realizzato il disegno esso era inutilizzato o abbandonato, essendo la mappa di epoca austriaca e di tipo catastale cioè molto rigorosa nelle misure, nelle proporzioni e nelle indicazioni, si deve dedurre che in un passato più lontano la roggia Traini scorreva senza dubbio in quel canale che non a caso aveva dimensioni inferiori a quelle del tracciato dichiarato "nuovo".
Potrebbe anche essere che la mancanza di uno sbocco indichi che l'acqua si perdeva nei prati e nei frutteti che, dal centro di Zogno, in leggera pendenza digradavano verso la piana dove oggi scorre la strada statale (Pià del Mai) e che quindi questo canale servisse per l'irrigazione.
Oggi purtroppo è difficile immaginare e ritrovare un riscontro di questa soluzione sul luogo poichè i dolci declivi di un tempo sono stati trasformati e alterati dai numerosi caseggiati, dalla villa Belotti e dal grandioso edificio delle scuole elementari di stato. Le vecchie fotografie di Zogno di circa cento anni fa dimostrano però che questa ipotesi è plausibile.
Del resto in linea di principio non si può escludere che tra gli obiettivi con i quali nacque vari secoli fa la roggia Traini vi fosse quello di irrigare le vaste piane adiacenti alle attuali vie Cesare Battisti e Antonio Locatelli che in quel tempo erano in gran parte terreni non solo privati ma anche comunali.
Come è facile intuire da queste brevi anticipazioni la storia della roggia Traini appare fortemente intrecciata con la storia di tutto il paese ed è destinata a riservare interessanti sorprese.  


BIBLIOGRAFIA
1) Archivio Storico Comunale di Zogno. Fondo: Finanze, titolo 5, cartella 40. 
2) Zogno Notizie, giugno 1982, pag. 18.
3) Archivio di Stato di Bergamo. Fondo Notarile: notaio Lelio Lorenzo Panizzoli fu Francesco di Zogno, cartella 7302. A proposito di questo acquisto nel volume "Storia di Zogno e di alcune terre vicine" Ed. Orobiche, Bergamo 1942 (pagg.119-121) di Bortolo Belotti, vi sono varie imprecisioni. Ad esempio l'acquirente della cartiera nel 1693 non fu Giovan Maria Pesenti ma il figlio Giovanni così come le ruote idrauliche non furono sempre quattro e quindi la capacità produttiva non fu sempre massima. Anzi in alcuni periodi di crisi economica o forse di cattiva gestione, per fortuna di breve durata, risulta che le ruote furono soltanto due!


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