Saggi Storici
Zogno Notizie

Edizioni don Giulio Gabanelli, stampa Carminati Stampatore, Almè - Zogno

1|2|3|4|5|6|7|8|9|10|11|12|13|14|15|16|17|18|19|20|21|22|23|24|25|26|27|28|29


A proposito del volume "Una strada una valle una storia"

(n.2, marzo 1989)

1/2


Dalla pubblicazione di questo libro, avvenuta nell'estate dello  scorso anno, ad oggi vari abitanti di Zogno hanno fermato più volte  per la strada gli autori chiedendo loro ulteriori delucidazioni su  questa storia, illustrando in alcuni casi vecchissime fotografie proprie e mostrando sempre un certo stupore per il ruolo fortemente positivo attribuito dal libro al governo austriaco.  Premesso che questi rapidi scambi di idee sono graditi agli autori perchè dimostrano che la loro ricerca è riuscita a stuzzicare l'interesse di vari lettori, si deve dire che questo stupore è stato condiviso anche da chi scrive poichè i documenti portati alla luce contrastano con l'immagine buia e negativa del periodo austriaco trasmessa dalla cultura scolastica.
Poichè non è il caso di citare in questa sede tutti gli avvenimenti e i documenti appositamente trascurati in quel libro per mancanza di spazio e poichè più di tanti discorsi valgono i fatti, a sostegno ulteriore della tesi favorevole all'operato del governo austriaco si illustreranno qui alcune mappe che per vari motivi non hanno trovato posto in quella pubblicazione.  Sono mappe che si segnalano non per le loro caratteristiche estetiche o spettacolari ma per il loro contenuto toponomastico, ambientale e culturale assai importante solo a livello strettamente locale. Da un progetto disegnato su un foglio lungo due metri (1) deriva il particolare riprodotto nella foto 1 che mostra l'attuale via Roma nel 1822, poco prima degli interventi austriaci.  E' immediato notare il sensibile allargamento di questa via in dirittura della piazza odierna del municipio (di colore grigio più chiaro) e soprattutto il tratteggio dei pilastri della porta d'ingresso al paese denominata espressamente "Porta Occidentale di Zogno". Grazie alla notevole precisione della mappa si può affermare che questa porta era situata nel punto di raccordo tra le due case attualmente di proprietà della famiglie Ruch e De Pasquale.
Nel centro del paese in un secondo particolare (foto 3) si nota invece quale incredibile restringimento creasse l'osteria dei fratelli Ruspini situata dove oggi si trova il negozio di elettrodomestici del  sig. Oldrati. L'abbattimento e la ricostruzione parziale di questa casa creò notevoli problemi di stabilità alle case contigue poichè essa era distribuita su tre piani di cui uno sotto terra (cantine).  I problemi tecnici ed economici sollevati da questa ristrutturazione innescarono un'annosa controversia tra i fratelli Ruspini e la  "Imperiale Regia Delegazione Provinciale (l'amministrazione provinciale)” di Bergamo.    
Ancora più vistosi sono gli allargamenti e i raddrizzamenti eseguiti in via Mazzini (foto 8, colore grigio più chiaro). E' sorprendente constatare come la strada della valle prima dei lavori austriaci fosse una mulattiera serpeggiante e larga due metri scarsi anche in questi luoghi che erano in pratica abbastanza spaziosi e pianeggianti.  La caratteristica saliente di questa parte del disegno è però la presenza, al termine della via, della chiesetta della Madonna della Foppa con l'annesso portico indicato chiaramente come "Porta Orientale di Zogno".    
Si impongono a questo punto alcune considerazioni. Già il Tosino prima (2) e il Belotti poi (3) avevano ipotizzato, senza il supporto dei documenti, l'esistenza di porte appartenute a probabili mura, di epoca medioevale o forse comunale, circondanti il borgo di Zogno. A loro volta gli autori di questo scritto in una precedente ricerca (4) avevano individuato l'esatta localizzazione di due di esse: per la porta occidentale l'inizio di via Roma pubblicando anche un inedito acquerello della prima metà del XIX secolo che la rappresentava; per la porta settentrionale, detta del Turchetto o Lucchetto, i pressi della Casa Parrocchiale. Rimaneva incerto il posizionamento della porta orientale suggerito, senza prove, dal Tosino nella contrada Furietti, dal Belotti alla chiesetta della Foppa, da Pesenti-Carminati all'incrocio tra via Mazzini e l'antica mulattiera che scendeva verso il ponte dei Frati in direzione di Romacolo. La presente mappa toglie ogni dubbio al riguardo. Rimane aperto dunque solo il problema dell'esistenza e della collocazione di una eventuale porta meridionale. 
Un altro dato interessante contenuto nel disegno in questione è l'aspetto geografico-ambientale del nostro paese. Basti osservare che al posto del palazzo del comune in quell'epoca esisteva un vasto fondo prativo. Allo stesso modo attorno all'attuale piazza Italia si trovavano numerosi orti, giardini e prati mentre a sud della strada della valle in via Mazzini si contavano campi di granoturco, filari di gelsi (murù) e alberi da frutta di proprietà quasi esclusiva di un certo Bernardino Zambelli il quale risultava pure proprietario dell'attuale palazzo Rimani. In poche parole nel 1822 il paese di Zogno era costituito da un gruppo di case addossate attorno e sotto la Chiesa e tale aspetto si conservò quasi intatto fino agli inizi del nostro secolo come si può osservare in una ormai nota fotografia (4) del nostro paese anteriore al 1902.  Ciò dimostra quanto sia stata lenta e graduale l'evoluzione della società umana nei mille anni precedenti il nostro secolo e quanto sia stata rapida, devastante come un'esplosione, quella successiva alla seconda guerra mondiale.
L'ultima indicazione interessante che emerge dalla mappa in esame è un dato di costume di quell'epoca. In questo disegno e nei documenti che l'accompagnano vengono indicate sei osterie alcune delle quali con nomi fantasiosi che testimoniano la vivacità della creatività popolare. Una di esse, di proprietà del sig. Proculo Pianetti, era nell'odierna piazza del municipio (poco più tardi essa diventerà di proprietà Salvioni); un'altra, gestita da un certo Licini, nel luogo ove oggi esiste il negozio di tessuti della famiglia Colleoni Innocente ed era nota col nome singolarissimo di "Cannon d'oro"; una terza era sull'angolo tra la piazza Garibaldi e l'attuale via Vittorio Emanuele ed era di proprietà dei citati fratelli Ruspini; la quarta  stava sotto il portico che collega la via centrale del paese con l'odierno piazzale del monumento ai caduti per la patria ed era detta "osteria della Caneva"; la quinta si trovava presso l'attuale Museo della Valle ed era nota col nome di "osteria delle due Corone"; la sesta di proprietà del sig. Bonetti, famosa in quel tempo in tutta la valle, era situata a metà della via Mazzini dove ancora oggi esiste un'osteria-trattoria conosciuta col nome di "Cavallino".  Questa osteria a differenza delle altre offriva ai viandanti anche la possibilità di dormire e ai cavalli affamati acqua e foraggio a volontà; era insomma una locanda vera e propria. 
Considerando che nel 1822 Zogno aveva poco più di 1300 abitanti la presenza accertata di sei osterie e quella probabile di qualche altra sconosciuta lascia intendere che anche durante il periodo austriaco la gente sapesse e potesse divertirsi contro tutti i luoghi comuni.  Non a caso il menestrello Pietro Ruggeri da Stabello, che non disdegnava i piaceri della vita, era uno dei più assidui frequentatori delle osterie Salvioni e Bonetti! 


BIBLIOGRAFIA 
1) Archivio di Stato di Bergamo: Imperiale Regia Delegazione Provinciale, Pubbliche Costruzioni.
2) P. TOSINO: scritti vari pubblicati su "L'Eco di Bergamo" tra il 1935 e il 1937.
3) BORTOLO BELOTTI: Storia di Zogno e di alcune terre vicine.
4) ZOGNO NOTIZIE, settembre 1981.


1 | 2