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Edizioni don Giulio Gabanelli, stampa Carminati Stampatore, Almè - Zogno

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Nuovi apporti alla storia dello scalone di Zogno

(n. 5, ottobre 1988)


All'inizio dello scorso mese di luglio durante la sistemazione della biblioteca e dell'archivio annessi al museo di S. Lorenzo il nostro parroco, don Giulio Gabanelli, ha fatto una sorprendente scoperta.
Nel rimuovere la copertina lacerata e consunta di un antico volume a stampa notava che sulla sua facciata interna erano riprodotti una parte della chiesa parrocchiale di Zogno e lo scalone che collegava il sagrato con la piazza centrale del paese, l'attuale piazza Garibaldi.
Dopo alcune considerazioni espresse in comune don Giulio mi ha incaricato di presentare e di commentare questo interessantissimo disegno.
Si tratta della riproduzione a colori, in pianta e in alzato, di parte della chiesa parrocchiale, del lato meridionale del sagrato e dello scalone. Mentre è immediato riconoscere la configurazione dei primi due manufatti, lo scalone presenta un aspetto assolutamente inedito. Esso è composto da tre fasce di gradini i cui spigoli hanno un andamento che, dall'alto verso il basso, da ellittico diviene sempre più lineare fino a diventare perfettamente diritto.  L'innesto dello scalone nel sagrato si realizza attraverso una piazzuola a forma di settore di ellisse posta a un livello leggermente inferiore al piano del sagrato al quale si accede pertanto per mezzo di due piccole ali composte ciascuna da sei gradini.
Il raccordo dello scalone con la piazza del paese parimenti non è diretto bensì è "mediato" da una larga fascia di gradoni suddivisi in due ali dalla presenza di un alto e ampio basamento centrale su cui troneggia il simbolo del governo veneto: un leone di pietra dalle ragguardevoli dimensioni di metri 3 x 2 !
La lunghezza e la larghezza della gradinata vera e propria sono inferiori sia a quelle dell'attuale che delle gradinate raffigurate in vecchie fotografie dei primi anni del secolo in corso.
A metà circa del lato destro della gradinata, scendendo, è presente un ponticello che stabilisce un collegamento con il caseggiato in cui si trova la "Giudicatura di Pace" ovvero la sede del vicariato della Valle Brembana Inferiore nel periodo veneto, della gendarmeria nel periodo austriaco e del museo di S. Lorenzo oggi.
A est della gradinata si riconosce facilmente il percorso dell'attuale via dei Mille mentre ai suoi piedi, nel mezzo della piazza del paese, fa bella mostra di sè una fontana con ricchi zampilli. L'impressione che ne deriva nel complesso è che si tratti di uno scalone di stile barocco, equilibrato negli elementi decorativi e nella presenza di linee geometriche curve, perciò assai elegante. La scenografia creata dall'insieme è piacevole a vedersi. Il disegno, strappato in più punti, reca il nome dell'autore, un certo "Giovan Battista Capitanio architetto", ma purtroppo non la data della sua esecuzione.
Dalla tecnica usata (pianta tracciata al di sotto dell'alzato), dal tipo di fattore di scala e da alcuni elementi figurativi (leone di pietra, casa della Giudicatura di Pace) è fuori di dubbio però che questo progetto sia stato disegnato sul finire del dominio veneto.
In base alle conoscenze consolidate sulla storia dello scalone della chiesa parrocchiale di Zogno (1) si possono prospettare due ipotesi. La prima ritiene che questo disegno rappresenti un progetto di sistemazione non attuato alternativo a quello sostanzialmente neoclassico realizzato tra il 1778 e il 1779 dal noto parroco don Giuseppe Grigis, l'iniziatore di una vasta opera di ristrutturazione dell'intero edificio ecclesiale (2). Per inciso questo scalone si può osservare in alcune rare fotografie anteriori al 1906. Tale ipotesi appare plausibile poichè sul finire del XVIII secolo l'uso di uno stile architettonico tardo-barocco, specie in provincia, non era infrequente.
La seconda ipotesi ritiene invece che questo disegno rappresenti lo scalone della chiesa preesistente alle poderose trasformazioni promosse da don Grigis. In tal caso si tratterebbe di uno scalone secentesco che si abbinerebbe bene (semplice casualità?) con lo stile del portale, pure barocco e secentesco, che è presente nella facciata ovest della chiesa.
In queste condizioni bisognerebbe però supporre che prima di don Giuseppe Grigis un altro parroco nel corso del XVII secolo abbia modificato in misura consistente l'originaria struttura della chiesa parrocchiale costruita nel 1452 sui ruderi dell'antico castello. Di questo possibile intervento tra l'altro vi sono dei brevi cenni negli scritti di tutti gli studiosi della storia della nostra chiesa parrocchiale (1).
In mancanza di documenti scritti di contesto a questo interessantissimo progetto il problema rimane dunque aperto a nuove ricerche e a nuovi sviluppi.


BIBLIOGRAFIA
1) Zogno Notizie, aprile 1975: appunti tratti dal parroco don Giulio Gabanelli dai volumi "Le Chiese Parrocchiali della Diocesi di Bergamo" di Mons. Luigi Pagnoni. -  Zogno Notizie, aprile 1977: ricerche storiche a cura dell'architetto Carlo Trezzi.   - Zogno Notizie, aprile 1980: piccola storia fotografica dello scalone di Zogno. - Zogno Notizie, aprile 1983: ricerche storiche a cura di don Giulio Gabanelli.  - Vedi anche la "Storia inedita di Zogno" del prof. don Mario Tagliabue pubblicata da don Giulio Gabanelli  su Zogno Notizie tra il settembre 1984 e l'ottobre 1986.
2) Zogno Notizie, dicembre 1983: ricerche storiche a cura di don Giulio Gabanelli.